Letture e commento della 4a domenica del tempo ordinario

Il commento è a cura di Padre Ermes Ronchi (http://www.atma-o-jibon.org/italiano9/ronchi_4to_b.htm)

 

Prima Lettura  Dt 18, 15-20

Susciterò un profeta e gli porrò in bocca le mie parole.

Dal libro del Deuteronòmio

Mosè parlò al popolo dicendo: «Il Signore, tuo Dio, susciterà per te, in mezzo a te, tra i tuoi fratelli, un profeta pari a me. A lui darete ascolto. Avrai così quanto hai chiesto al Signore, tuo Dio, sull’Oreb, il giorno dell’assemblea, dicendo: “Che io non oda più la voce del Signore, mio Dio, e non veda più questo grande fuoco, perché non muoia”. 
Il Signore mi rispose: “Quello che hanno detto, va bene. Io susciterò loro un profeta in mezzo ai loro fratelli e gli porrò in bocca le mie parole ed egli dirà loro quanto io gli comanderò. Se qualcuno non ascolterà le parole che egli dirà in mio nome, io gliene domanderò conto. Ma il profeta che avrà la presunzione di dire in mio nome una cosa che io non gli ho comandato di dire, o che parlerà in nome di altri dèi, quel profeta dovrà morire”».

    
Salmo Responsoriale
  Dal Salmo 94/95
Ascoltate oggi la voce del Signore.

    

Venite, cantiamo al Signore, 
acclamiamo la roccia della nostra salvezza. 
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, 
a lui acclamiamo con canti di gioia. 

Entrate: prostràti, adoriamo, 
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti. 
È lui il nostro Dio 
e noi il popolo del suo pascolo, 
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce! 
«Non indurite il cuore come a Merìba, 
come nel giorno di Massa nel deserto, 
dove mi tentarono i vostri padri: 
mi misero alla prova 
pur avendo visto le mie opere».

     
Seconda Lettura
  1 Cor 7, 32-35

La vergine si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa. 

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi

Fratelli, io vorrei che foste senza preoccupazioni: chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie, e si trova diviso!
Così la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito. 
Questo lo dico per il vostro bene: non per gettarvi un laccio, ma perché vi comportiate degnamente e restiate fedeli al Signore, senza deviazioni.

  
Canto al Vangelo
  Mt 4,16

Alleluia, alleluia.

Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, 
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta.

Alleluia.

   

   

Vangelo  Mc 1, 21-28

Insegnava loro come uno che ha autorità.

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,]insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.

Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnaménto nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

Questo Vangelo ci riporta la freschezza della sorgente, lo stupore e la freschezza dell’origine: la gente si stupiva del suo insegnamento. 
Come la gente di Cafarnao, anche noi ci incantiamo ogni volta che abbiamo la ventura di incontrare qualcuno con parole che trasmettono la sapienza del vivere, una sapienza sulla vita e sulla morte, sull’amore, sulla paura e sulla gioia. Che aiutano a vivere meglio. Di fatto, sono autorevoli soltanto le parole che accrescono la vita. Gesù insegnava come uno che ha autorità. Ha autorità chi non soltanto annuncia la buona notizia, ma la fa accadere. Lo vediamo dal seguito del racconto: C’era là un uomo posseduto da uno spirito impuro.

La buona notizia è un Dio che libera la vita. Gesù ha autorità perché si misura con i nostri problemi di fondo, e il primo di tutti i problemi è «l’uomo posseduto», l’uomo che non è libero. Volesse il cielo che tutti i cristiani fossero autorevoli… E il mezzo c’è: si tratta non di dire il Vangelo, ma di fare il Vangelo, non di predicare ma di diventare Vangelo, tutt’uno con ciò che annunci: una buona notizia che libera la vita, fa vivere meglio, dove nominare Dio equivale a confortare la vita. Mi ha sempre colpito l’espressione dell’uomo posseduto: che c’è fra noi e te Gesù di Nazaret? Sei venuto a rovinarci? Gesù è venuto a rovinare tutto ciò che rovina l’uomo, a demolire ciò che lo imprigiona, è venuto a portare spada e fuoco, a rovinare tutto ciò che non è amore. Per edificare il suo Regno deve mandare in rovina il regno ingannatore degli uomini genuflessi davanti agli idoli impuri: potere, denaro, successo, paure, depressioni, egoismi. È a questi desideri sbagliati, padroni del cuore, che Gesù dice due sole parole: taci, esci da lui.

Tace e se ne va questo mondo sbagliato. Va in rovina, come aveva sognato Isaia, vanno in rovina le spade e diventano falci, si spezza la conchiglia e appare la perla. Perla della creazione è l’uomo libero e amante. Questo Vangelo mi aiuta a valutare la serietà del mio cristianesimo da due criteri: se come Gesù, mi oppongo al male dell’uomo, in tutte le sue forme; se come lui porto aria di libertà, una briciola di liberazione da ciò che ci reprime dentro, da ciò che soffoca la nostra umanità, da tutte le maschere e le paure. Un verso bellissimo di Padre Turoldo dice: Cristo, mia dolce rovina, gioia e tormento insieme tu sei. Impossibile amarti impunemente. Dolce rovina, Cristo, che rovini in me tutto ciò che non è amore, impossibile amarti senza pagarne il prezzo in moneta di vita! Impossibile amarti e non cambiare vita e non gettare dalle braccia il vuoto e non accrescere gli orizzonti che respiriamo.

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