Solennità della SS. Trinità

Le letture ed il commento, a cura di padre Ermes Ronchi, della solennità della SS: Trinità (
https://www.qumran2.net/parolenuove/commenti.php?mostra_id=37337 )

Prima Lettura  Pro 8, 22-31
Prima che la terra fosse, già la Sapienza era generata.
 
Dal libro dei Proverbi
Così parla la Sapienza di Dio: 
«Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività, 
prima di ogni sua opera, all’origine. 
Dall’eternità sono stata formata, 
fin dal principio, dagli inizi della terra.
Quando non esistevano gli abissi, io fui generata, 
quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua; 
pri­ma che fossero fissate le basi dei monti, 
prima delle colline, io fui generata, 
quando ancora non aveva fatto la terra e i campi 
né le prime zolle del mondo.
Quando egli fissava i cieli, io ero là; 
quando tracciava un cerchio sull’abisso, 
quando condensava le nubi in alto, 
quando fissava le sorgenti dell’abisso, 
quando stabiliva al mare i suoi limiti, 
così che le acque non ne oltrepassassero i confini, 
quando disponeva le fondamenta della terra, 
io ero con lui come artefice 
ed ero la sua delizia ogni giorno: 
giocavo davanti a lui in ogni istante, 
giocavo sul globo terrestre, 
ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo».

Salmo Responsoriale  Dal Salmo 8
O Signore nostro Dio, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!

Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, 
la luna e le stelle che tu hai fissato, 
che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, 
il figlio dell’uomo, perché te ne curi? 

Davvero l’hai fatto poco meno di un dio, 
di gloria e di onore lo hai coronato. 
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, 
tutto hai posto sotto i suoi piedi. 

Tutte le greggi e gli armenti 
e anche le bestie della campagna, 
gli uccelli del cielo e i pesci del mare, 
ogni essere che percorre le vie dei mari.

Seconda Lettura
  Rm 5, 1-5
Andiamo a Dio per mezzo di Cristo, nella carità diffusa in noi dallo Spirito.
 
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a que­sta grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio. 
E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. 
La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.   

Canto al Vangelo
   Ap 1,8
Alleluia, alleluia.

Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo:
a Dio che è, che era e che viene.
Alleluia.

  

  
Vangelo
  Gv 16, 12-15
Tutto quello che il Padre possiede è mio; lo Spirito prenderà del mio e ve l’annunzierà.
 
Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.

Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 
Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

La Trinità comunione d’amore, flusso di vita divina

Verrà lo Spirito e vi annuncerà le cose future. Lo Spirito permette ai miei occhi, chini sul presente, di vedere lontano, di anticipare la rosa che oggi è in boccio, di intuire
già colore e profumo là dove ora non c’è che un germoglio.

Lo Spirito è la vedetta sulla prua della mia nave. Annuncia terre che io ancora non vedo. Io gli do ascolto e punto verso di esse il timone, e posso agire certo che ciò che tarda verrà, comportarmi come se la rosa fosse già fiorita, come se il Regno fosse già venuto.

Lo Spirito prenderà del mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio. In questa scambio di doni cominciamo a intravedere il segreto della Trinità: non un circuito chiuso, ma un flusso aperto che riversa amore, verità, intelligenza oltre sé, effusione ardente di vita divina.

Nel dogma della Trinità c’è racchiuso il sogno per noi. Se Dio è Dio solo in questa comunione, allora anche l’uomo sarà uomo solo in una analoga relazione d’amore.

Quando in principio il Creatore dice: «Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza» (Gen 1,26), se guardiamo bene, vediamo che Adamo non è fatto a immagine del Dio che crea; non a immagine dello Spirito che si librava sulle acque degli abissi, non a immagine del Verbo che era da principio presso Dio.

Molto di più, Adamo ed Eva sono fatti a immagine della Trinità, a somiglianza quindi di quella comunione, del loro legame d’amore, della condivisione. Qui sta la nostra identità più profonda, il cromosoma divino in noi. In principio, è posta la relazione. In principio a tutto, il legame.

Al termine di una giornata puoi anche non aver mai pensato a Dio, mai pronunciato il suo nome. Ma se hai creato legami, se hai procurato gioia a qualcuno, se hai portato il tuo mattone di comunione, tu hai fatto la più bella professione di fede nella Trinità.

Il vero ateo è chi non lavora a creare legami, comunione, accoglienza. Chi diffonde gelo attorno a sé. Chi non entra nella danza delle relazioni non è ancora entrato in Dio, il Dio che è Trinità, che non è una complicata formula matematica in cui l’uno e il tre dovrebbero coincidere: «Se vedi l’amore, vedi la Trinità» (sant’Agostino).

Allora capisco perché la solitudine mi pesa tanto e mi fa paura: perché è contro la mia natura. Allora capisco perché quando sono con chi mi vuole bene, quando accolgo e sono accolto da qualcuno, sto così bene: perché realizzo la mia vocazione.

Tutto circola nell’universo: pianeti, astri, sangue, fiumi, vento e uccelli migratori… È la legge della vita, che si ammala se si ferma, che si spegne se non si dona. La legge della chiesa che, se si chiude, si ammala (papa Francesco).

Potrebbero interessarti anche...