Grest “Bella storia”, la preparazione ha inizio

Nella sera di mercoledì 10 aprile, alla “Beata Vergine”, si è tenuto il primo incontro “ufficiale” di preparazione al grest per aspiranti animatori. Ecco la sche – guida e qualche immagine dell’attività della serata, basata sull’affidabilità e la perseveranza.

Catechismo adolescenti n. 19, 10 aprile 2019

“Bella storia”

PRIMA PARTE: DUE IDEE SUL GREST

Settimane: Nascere; Crescere; Desiderare; Compiere

Tema: la storia della nostra vita

Idee per laboratori e scenografie

Scenografie:

  • Titoli di giornali
  • Ritagli di giornali
  • ……..
  • ………..
  • ………

Attività

  • Libretti
  • Rilegature
  • Video – narrazioni
  • Storie di instagram
  • Laboratori sulle favole
  • Tragedia – lieto fine. Come trasformare la prima nel secondo

SECONDA PARTE: L’AFFIDABILITA’

Lc 9: 62 Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».

Mt 13: 18 Voi dunque intendete la parabola del seminatore: 19 tutte le volte che uno ascolta la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. 20 Quello che è stato seminato nel terreno sassoso è l’uomo che ascolta la parola e subito l’accoglie con gioia, 21 ma non ha radice in sé ed è incostante, sicché appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della parola, egli ne resta scandalizzato22 Quello seminato tra le spine è colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione del mondo e l’inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non dà frutto. 23 Quello seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e la comprende; questi dà frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta».

Cosa fatta capo ha (“una cosa fatta non può essere disfatta” e ha come suo effetto il “capo”, l’inizio di nuovi avvenimenti) è un’espressione proverbiale che mette in evidenza come un’azione ormai compiuta non possa esser mutata da discussioni e temporeggiamenti che non possono cambiare una decisione che, buona o cattiva, è stata messa in atto.

Perché si dice “abbiamo fatto 30, facciamo 31”

Spesso ci si ritrova a dire “abbiamo fatto 30, facciamo 31” per spingere qualcuno ad osare ancora un po’. Quando si porta a compimento una grande impresa, derivata specialmente da un’enorme fatica, infatti, basta poco per farne un’altra, visto gli innumerevoli sforzi dovuta alla precedente. Non occorre tanto sforzo, ad esempio, a salire uno scalino in più rispetto a tutti quelli saliti precedentemente.

Questo detto ha dunque molte applicazioni. Può essere utilizzato al lavoro, all’università e nella vita. Ma perché si dice “abbiamo fatto 30, facciamo 31“? La spiegazione, anche qui, è molto semplice. C’è, infatti, un motivo molto antico per il quale si usa questa diceria.

Perché si dice abbiamo fatto 30, facciamo 31

Da quello che trapela da spiegazioni comuni, tale diceria risale a Papa Pio X. Nel 1517, infatti, il Papa creo una lista di nuovi cardinali, inserendone dodici. Poco dopo il numero salì a venti, poi ventotto. Il giorno prima di mostrare la lista, il Papa aggiunge altri due nomi, fino ad arrivare ad un numero di trenta, nonostante l’opposizione dei vecchi cardinali.

Il Papa rassicurò loro di stare tranquilli e disse che quello sarebbe stato il limite massimo. Il giorno dell’elezione, però, fu aggiunto alla lista un altro nome molto noto, al ché il Papa esordì, dicendo: “Tanto è trenta che trentuno!“.

Da quel momento in poi l’espressione fu coniata ed utilizzata da tutti. Nel tempo subì un paio di modifiche, fino a diventare “abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno“, il sugo, però, è quello.

Riflettiamo:

  • Come ci si sente quando si riesce a portare a termine un incarico?
  • Che stato d’animo provocano tanti progetti lasciati a metà?
  • E’ possibile dire che tanti progetti incompleti ne formano uno completo?
  • Continuare quando la voglia manca: pro e contro.
  • Fatica, noia, frustrazione: portano alla morte, o a una nuova vita?

Video: https://www.youtube.com/watch?v=8abk3KHSW0M

Attività in due – tre gruppetti: i castelli di carte. Durata: 6 minuti (l’attività viene filmata)

Dopo l’attività:

  • Come ti sei sentito la prima volta che il tuo castello è stato abbattuto?
  • E le volte successive? Quando hai provato la delusione maggiore?
  • C’è stato un momento in cui ha cominciato a venire fuori la voglia di non mollare?
  • E’ più facile cominciare o ri- cominciare?

Avvisi:

  • Venerdì 12, ore 20,50, piazza coop: Via Crucis
  • Sabato 13, ore 17,40 in oratorio: partiamo per la Veglia delle Palme
  • Domenica 14, ore 10, processione da piazza Caccia e Messa della domenica della Palme
  • Giovedì Santo 18 aprile, ore 15,30, visita agli anziani con i bambini del catechismo

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