Epifania, letture e commento

Le letture della Messa es il commento, a cura di padre Raniero Cantalamessa (https://www.qumran2.net/parolenuove/commenti.php?mostra_id=9033), della solennità dell’Epifania.

Prima Lettura  Is 60,1-6
La gloria del Signore brilla sopra di te.
 

Dal libro del profeta Isaia
Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce,
la gloria del Signore brilla sopra di te.
Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra,
nebbia fitta avvolge i popoli;
ma su di te risplende il Signore,
la sua gloria appare su di te.
Cammineranno le genti alla tua luce,
i re allo splendore del tuo sorgere.
Alza gli occhi intorno e guarda:
tutti costoro si sono radunati, vengono a te.
I tuoi figli vengono da lontano,
le tue figlie sono portate in braccio.
Allora guarderai e sarai raggiante,
palpiterà e si dilaterà il tuo cuore,
perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te,
verrà a te la ricchezza delle genti.
Uno stuolo di cammelli ti invaderà,
dromedari di Màdian e di Efa,
tutti verranno da Saba, portando oro e incenso
e proclamando le glorie del Signore.

Salmo Responsoriale  Dal Salmo 71
Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.

 

O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.

I re di Tarsis e delle isole portino tributi,
i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti.

Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.

 
Seconda Lettura  Ef 3,2-3a.5-6
Ora è stato rivelato che tutte le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità. 
 

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero. 
Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.

Canto al Vangelo  Cf Mt 2,2
Alleluia, alleluia.

Abbiamo visto la tua stella in oriente
e siamo venuti per adorare il Signore

Alleluia.

  

  
Vangelo
  Mt 2,1-12
Siamo venuti dall’oriente per adorare il re.
 

Dal vangelo secondo Matteo

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

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“Tre prodigi celebriamo in questo giorno santo: oggi la stella guida i magi al presepe, oggi l’acqua è mutata in vino alle nozze di Cana, oggi Cristo è battezzato da Giovanni nel Giordano per la nostra salvezza”. Con queste parole, la liturgia descrive il contenuto della festa odierna; esso consiste nella triplice rivelazione di Cristo: ai magi, alle nozze di Cana e nel battesimo di Gesù nel Giordano. Ciò che indusse, fin dai tempi più remoti, a riunire questi tre eventi in una sola festa è il loro significato comune di manifestazione (in greco: epifania). Gesù in essi si rivela progressivamente per quello che è in realtà, cioè il Messia e il Salvatore.

Cristo si rivela a ogni popolo e a ogni categoria di persone con segni ad essi appropriati e comprensibili. Ai semplici pastori, manda un angelo; ai sapienti, abituati a scrutare il corso degli astri, manda una stella; per i giudei, attaccati ai segni, dà un segno, cioè un miracolo: muta l’acqua in vino. Con quali segni Cristo si manifesta agli uomini del nostro tempo? Il Concilio Vaticano II ha dedicato una grande attenzione ai “segni dei tempi” (Gaudium et Spes, n. 11). Fra essi pone il senso di solidarietà e di interdipendenza che si va sviluppando tra i popoli, l’ecumenismo dei cristia? i, la promozione dei laici, la liberazione della donna, il senso nuovo della libertà religiosa.

Quando Gesù parlava dei “segni dei tempi”, intendeva soprattutto i segni messianici: “I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l’udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella” (Mt. 11, 5). Ci sono oggi di questi segni? Certo che ci sono! Ciechi che ricuperano la luce della fede e della speranza al contatto con la parola di Dio; zoppi spirituali (e talvolta anche corporali) che si alzano e camminano; prigionieri di sé, del male o degli uomini che si liberano dalle catene; gente, insomma, che per la potenza di Cristo e del suo Spirito si converte e vive.

Gesù insiste in particolare su uno di questi segni: “Ai poveri è annunziata la buona novella” (Lc. 7, 22). Non è un segno che è all’opera nella Chiesa quest’ansia, così tipica della nostra epoca, che la buona novella giunga ai poveri? Forse noi oggi siamo in grado di scoprire un significato nuovo in quel detto di Gesù: “Me non mi avrete sempre con voi, ma i poveri li avrete sempre” (cf. Mt. 26, 11); come dire: quando io non sarò più con voi fisicamente, ci saranno i poveri che mi rappresenteranno: fate ad essi quel che vorreste fare a me!

L’andata del Vangelo ai poveri può apparire talvolta troppo lenta e incerta e non sempre coerente, ma sarebbe ingiusto negare che in tutta la Chiesa è in atto un interessamento, uno zelo e – ciò che è anch’esso un segno positivo – un rimorso a riguardo dei poveri, siano essi individui o interi popoli. È una coscienza nuova che “manifesta” la potenza della parola di Cristo. Questi alcuni dei segni dell’Epifania di Cristo che continua intorno a noi. A ognuno, il compito di scoprire e valorizzare questi segni e diventare, lui stesso, un segno della presenza di Cristo nel mondo!

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