Battesimo del Signore, letture e commento

Le letture ed il commento, stavolta a cura di Padre Ermes Ronchi (https://www.qumran2.net/parolenuove/commenti.php?mostra_id=41672) della liturgia di domenica.

Prima Lettura  Is 55, 1-11
Venite all’acqua: ascoltate e vivrete.
 
Dal libro del profeta Isaia
Così dice il Signore: 
«O voi tutti assetati, venite all’acqua, 
voi che non avete denaro, venite; 
comprate e mangiate; venite, comprate senza denaro, 
senza pagare, vino e latte. 
Perché spendete denaro per ciò che non è pane, 
il vostro guadagno per ciò che non sazia? 
Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti.

Porgete l’orecchio e venite a me, 
ascoltate e vivrete. 
Io stabilirò per voi un’alleanza eterna, 
i favori assicurati a Davide. 
Ecco, l’ho costituito testimone fra i popoli, 
principe e sovrano sulle nazioni. 
Ecco, tu chiamerai gente che non conoscevi; 
accorreranno a te nazioni che non ti conoscevano 
a causa del Signore, tuo Dio, 
del Santo d’Israele, che ti onora. 
Cercate il Signore, mentre si fa trovare, 
invocatelo, mentre è vicino. 
L’empio abbandoni la sua via 
e l’uomo iniquo i suoi pensieri; 
ritorni al Signore che avrà misericordia di lui 
e al nostro Dio che largamente perdona. 
Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, 
le vostre vie non sono le mie vie. 
Oracolo del Signore. 
Quan­to il cielo sovrasta la terra, 
tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, 
i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri. 
Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo 
e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, 
senza averla fecondata e fatta germogliare, 
perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia, 
così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: 
non ritornerà a me senza effetto, 
senza aver operato ciò che desidero
 e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».

 
Salmo Responsoriale  Is 12,2-6
Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza.
 

Ecco, Dio è la mia salvezza; 
io avrò fiducia, non avrò timore, 
perché mia forza e mio canto è il Signore; 
egli è stato la mia salvezza. 

Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome, 
proclamate fra i popoli le sue opere, 
fate ricordare che il suo nome è sublime.

Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,

le conosca tutta la terra.

Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,

perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.

 
Seconda Lettura
  1 Gv 5, 1-9
Lo Spirito, l’acqua e il sangue.
 
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Carissimi, chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato. In questo conosciamo di amare i figli di Dio: quando amiamo Dio e os­serviamo i suoi comandamenti. In questo infatti consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi. Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede. E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l’acqua soltanto, ma con l’acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità. Poiché tre sono quelli che danno testimonianza: lo Spirito, l’acqua e il sangue, e questi tre sono concordi. Se accettiamo la testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è superiore: e questa è la testimonianza di Dio, che egli ha dato riguardo al proprio Figlio. 

Canto al Vangelo   Cf Gv 1,29
Alleluia, alleluia.

Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: 
«Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!». 
Alleluia.

  

  
Vangelo  
Mc 1, 7-11
Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento.
 
Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Il racconto di Gesù al Giordano ci riporta alla Genesi, all’in principio, alle prime immagini della Bibbia, quando lo spirito di Dio aleggiava sulle acque (Genesi 1,2) di un mare gonfio di vita inespressa. L’origine del creato, come quella di ognuno di noi, è scritta sull’acqua, nelle acque di un grembo materno.

Il rito del Battesimo porta impresso questo sigillo primordiale di nascite e di rinascite, di inizi e di ricominciamenti. Lo rivela un dettaglio prezioso: venne una voce dal cielo e disse: «Tu sei il Figlio mio, l’amato».

La voce dice le parole proprie di una nascita. Figlio è la prima parola, un termine potente per il cuore. E per la fede. Vertice della storia umana. Nel Battesimo anche per me la voce ripete: tu sei mio figlio. E nasco della specie di Dio, perché Dio genera figli di Dio, figli secondo la propria specie. E i generati, io e tu, tutti abbiamo una sorgente nel cielo, il cromosoma del Padre nelle cellule, il Dna divino seminato in noi.

La seconda parola è amato e la terza: mio compiacimento. Termine desueto, che non adoperiamo più, eppure bellissimo, che nel suo nucleo contiene l’idea di piacere, che si dovrebbe tradurre così: in te io ho provato piacere. La Voce grida dall’alto del cielo, grida sul mondo e in mezzo al cuore, la gioia di Dio: è bello stare con te. Tu, figlio, mi piaci. E quanta gioia sai darmi!

Io che non l’ho ascoltato, io che me ne sono andato, io che l’ho anche tradito sento dirmi: tu mi piaci. Ma che gioia può venire a Dio da questa canna fragile, da questo stoppino dalla fiamma smorta (Isaia 42,3) che sono io? Eppure è così, è Parola di Dio, rivelativa del suo cuore segreto. Per sempre.

Gesù fu battezzato e uscendo dall’acqua vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. Noto la bellezza e l’irruenza del verbo: si squarciano i cieli, come per un amore incontenibile; si lacerano, si strappano sotto la pressione di Dio, sotto l’urgenza del Signore. Si spalancano come le braccia dell’amata per l’amato. Da questo cielo aperto viene, come colomba, la vita stessa di Dio. Si posa su di te, ti avvolge, entra in te, a poco a poco ti modella, ti trasforma pensieri, affetti, speranze, secondo la legge dolce, esigente, rasserenante del vero amore.

Nel Battesimo è il movimento del Natale che si ripete: Dio scende ancora, entra in me, nasce in me perché io nasca in Lui, nasca nuovo e diverso, custodendo in me il respiro del cielo.

Ad ogni mattino, anche in quelli più oscuri, riascolta la voce del tuo Battesimo sussurrare: Figlio mio, amore mio, gioia mia. E sentirai il buio che si squarcia, e il coraggio che dispiega di nuovo le ali sopra l’intera tua storia.

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