Tempo di estate: va in vacanza anche la fede?

In queste afose giornate di luglio, in cui il condizionatore sembra l’alleato più fedele e lo spirito di iniziativa pare squagliarsi come un gelato lasciato fuori dal frigorifero, c’è però una dimensione che, pur con tempi e modi diversi, non può smettere di lavorare ed evolvere: la fede.

Come si può, in concreto, non far spegnere la fede in vacanza? Direi, in estrema sintesi:

  • Approfittando di tempi meno affrettati per una lettura spirituale o, anche semplicemente, la ripresa di alcuni passi del Vangelo.
  • Operando una tranquilla meditazione sull’anno di lavoro o scuola appena trascorso, verificando la sua aderenza con i punti cardine del Vangelo
  • Facendo una confessione ben preparata, anche nel luogo di villeggiatura in cui ci si trova, magari con l’ausilio di un religioso esterno, se questo aiuta a confidarsi meglio e a superare certe forme di “blocco” o piccole inibizioni che possono sorgere di fronte a un sacerdote che si conosce da tempo.
  • Formulando il proposito di una preghiera costante, cadenzata e programmata anche quando l’estate volgerà al termine ed i ritmi forsennati di sempre riprenderanno il sopravvento.

Contrariamente a quanto si crede, il riposo ed il nutrimento della propria fede non sono affatto incompatibili.

Anzi, il vero riposo, non solo quello del corpo o della mente, ma innanzitutto quello dell’anima, non può avvenire se non all’interno di una dimensione spirituale.

Nutrire corpo, mente e anima sono un po’ come, prendendo il paragone di un’automobile, rispettivamente sistemare il motore, riparare l’impianto elettrico e mettere la benzina nel serbatoio.

In giro si vedono, metaforicamente parlando, motori di grossa cilindrata, impianti stereo da mille e una notte, ma poche auto che sfrecciano davvero per le strade.

Che quest’estate, cristianamente vissuta, possa servire a rimetterci davvero in carreggiata.

Don Davide

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